martedì 29 novembre 2011

Brains! Brains! Brains!

Dal primissimo "White Zombie" del 1932 al mitico "La notte dei morti viventi" di Romero, da "Io sono Leggenda" di Matheson fino alla recente serie "Walking Dead", il tema del defunto che si risveglia affamato di cervelli ha letteralmente invaso lo show business. L'idea di una piaga maligna che corrompe i corpi inanimati trasformandoli in creature senza pietà e senza dolore, che per giunta sono in grado di diffondere esponenzialmente la pandemia con un morso, ha solleticato per il secondo anno consecutivo gli architetti di Architects Southwest.

L'iniziativa è semplice: per partecipare alla "Zombie Apocalypse Safe House Competition" basta proporre un progetto (corredato dall'opportuna infografica) per un rifugio ad un'eventuale invasione di morti che camminano.


La Pala d'Oro, premio della Giuria, se l'è aggiudicata Austin Fleming dal Texas: un guscio portatile ricoperto di pannelli solari, in grado di ospitare facilmente due persone rendendole invisibili ai mangiacervelli. L'unità camuffa la propria presenza con un sistema di riflessione della luce, si monta in tre minuti ed è dotata dei principali comfort.


Il premio del pubblico (il Machete d'Argento) va invece ai tedeschi PinkCloud, col progetto di un silos solidissimo e multipiano, che gestisce autonomamente energia e cibo rivelandosi di fatto un ecosistema indipendente a misura d'uomo. Dotato di coltivazioni indoor, pannelli solari e sistemi di difesa all'avanguardia, è la soluzione ideale per ospitare più persone.

Tra le proposte che hanno meritato una Menzione d'Onore: una Statua della Libertà che si trasforma in un bunker; una struttura per vivere tra i ghiacci; dei nidi in acciaio sospesi tra i resti delle nostre metropoli. Tutti i progetti presentati si possono consultare qui. Un sito da salvare nei preferiti, nel caso d'improvviso l'uomo non sia più al vertice della catena alimentare.

(Grazie Chiari per la segnalazione!)